Periodico sulle tendenze dell’Economia in Toscana

Raccolta indifferenziata dell’imprenditore

Come convincere l’imprenditore a evitare la raccolta indifferenziata dei problemi che vengono riversati sulla sua scrivania

È possibile immaginare l’imprenditore come un sacco d’immondizia indifferenziata?

Verosimilmente no, non ci permettiamo neanche di pensarlo. L’accostamento “imprenditore – immondizia” non depone a favore di nessuno, tanto meno per chi ne provoca la riflessione. Buona la prima.

Tuttavia, se spostiamo di poco il ragionamento, e immaginiamo che quanto delineato altro non voglia rappresentare che la visiona plastica di una situazione in cui l’imprenditore è destinatario di una serie di istanze/problemi indistinti, quindi indifferenziati, quanto siamo lontani dalla provocazione iniziale?

E qui viene il bello. Ci stiamo addentrando in un ginepraio dove pochissimi imprenditori potranno sostenere di non averlo mai percorso e molto pochi di esserne usciti indenni.

“Non c’è mai abbastanza tempo per fare tutto, ma c’è sempre abbastanza tempo per fare la cosa più importante”. Lo sosteneva Brian Tracy, conosciutissimo consulente e motivatore aziendale.

Ma cosa succede veramente nella maggior parte dei casi?

Senza usare la distinzione tra piccole, medie e grandi imprese, il fenomeno esiste trasversalmente. Proviamo ad analizzarne le motivazioni.

Dal lato dell’imprenditore si rileva una sostanziale ritrosia alla delega. Fa sempre particolarmente piacere avere la possibilità di vedere tutto e, con la consapevolezza in tal modo acquisita, assumere le relative decisioni.

Tutto ciò rischia di essere stressante, assorbire troppe risorse e ridurre il grado di tonicità in termini di capacità decisionale. Non sarà possibile ad libitum procedere in tal senso: la sempre maggiore complessità dei processi aziendali, la crescita e altri elementi contribuiranno, prima o poi, alla definizione di un cut off al di là del quale non sarà possibile procedere come è stato fatto finora.

A quel punto, se l’imprenditore non è attrezzato mentalmente, il passaggio non sarà indolore determinando quella frustrazione che non gioverà a nessuno, tanto mano all’azienda.

Come in tante altre occasioni bisogna scegliere se prendere integratori, darsi all’omeopatia, prendere gli antibiotici o, addirittura, il cortisone. Tutto ciò per dire: quando l’imprenditore dovrà decidere di elaborare un sapiente ed efficace meccanismo di delega in grado di “differenziare” i livelli di gestione delle problematiche, lasciando allo stesso il tempo necessario per affrontare gli aspetti significativamente più importanti?

Non credo ci possa essere un momento opportuno ma, forse, quanto prima l’imprenditore si adopera nello sviluppare un sapiente meccanismo di deleghe, tanto più tempo avrà a disposizione per:

  • Ragionare sulla crescita dell’azienda;
  • Verificare l’effetto dell’assegnazione delle deleghe conferite ai propri collaboratori con vari strumenti, così come previsto dall’articolo 1713 del Codice civile.

In questo modo potrà, fin da subito, distribuire i compiti evitando il riversarsi sulla propria scrivania dei problemi indifferenziati. I collaboratori si abitueranno a un buon uso delle deleghe acquisite.

Per quanto ovvio i problemi non si risolveranno con uno schiocco di dita. I collaboratori continueranno ad avere bisogno dell’imprenditore per svolgere al meglio il loro compito. In ogni caso, passando a loro il testimone del problema, saranno stimolati a ricercare un’adeguata soluzione.

Il riscontro a valle delle attività svolte, la puntuale discussione e taratura di alcuni aspetti, innesteranno nell’organizzazione un modus operandi virtuoso che consentirà di progredire a mano a mano che si andrà avanti.

Fin da subito il collaboratore, in presenza di un aspetto da risolvere, e su cui non si sente sicuro della soluzione individuata, si dovrà adoperare per individuare più soluzioni, proporle all’imprenditore corredando ciascuna di esse con i relativi aspetti negativi e positivi.

In questo modo, con la volontà dell’imprenditore di trasferire deleghe ai collaboratori, unita allo lo sforzo di questi ultimi di individuare più soluzioni per gli aspetti maggiormente problematici, si innesterà un loop virtuoso dal quale scaturirà un maggiore rispetto per le priorità dell’impresa ed un minor ricorso all’uso “indifferenziato” delle competenze dell’imprenditore.

Tutto quanto appena espresso porta dritto alla considerazione di Robert J. McKain, un altro importante e conosciuto consulente e motivatore: “Il motivo per cui la maggior parte degli obiettivi non vengono raggiunti è che passiamo il nostro tempo a fare prima le cose secondarie”.

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Amministratore Di Prova
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