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Bioeconomia circolare, anche la Toscana favorevole

Bioeconomia circolare, anche la Toscana favorevole alla nuova strategia UE per il 2025. Opportunità concreta di sviluppo sostenibile e innovativo

Un documento condiviso per una bioeconomia circolare, competitiva e basata sul territorio. L’hanno presentato le reti regionali europee sulla nuova strategia per la bioeconomia dell’UE.

La Rete delle Regioni Europee per l’Innovazione nei Settori Agricolo, Alimentare e Forestale (ERIAFF), di cui la Regione Toscana esprime il segretariato, insieme alla Rete delle Regioni Europee per la Ricerca e l’Innovazione (ERRIN) e la Rete Bioregions Facility hanno accolto con favore l’obiettivo della Commissione Europea di aggiornare la Strategia per la Bioeconomia dell’UE entro il 2025 e per questo motivo hanno presentato una dichiarazione congiunta come contributo alla consultazione pubblica per definire la nuova strategia.

È la prima volta che le tre reti sottoscrivono un documento comune come risultato di un lavoro condiviso.

Iniziato nel novembre 2024 in occasione della prima edizione del “Bioeconomy Regions Summit”, promosso da Bioregions Facility Group, il lavoro è proseguito durante la XI Conferenza annuale ERIAFF nell’aprile 2025, incentrata sulla bieconomia circolare per lo sviluppo rurale e sui paesaggi resilienti ed infine approfondito nei gruppi di lavoro tematici della rete ERRIN.

“Il metodo di elaborazione della dichiarazione – ha detto la vicepresidente e assessora all’agricoltura Stefania Saccardi – conferma quanto sia fondamentale un approccio dal basso nella definizione degli obiettivi e delle strategie europee e regionali, calibrate sulle esigenze e le specificità dei territori. Le Regioni europee, infatti, intendono essere partner attivi e protagonisti nel plasmare il futuro dell’Europa, mettendo a disposizione la loro preziosa conoscenza delle caratteristiche territoriali distintive e delle opportunità di collaborazione tra i diversi settori, dalla ricerca all’industria, fino alla pubblica amministrazione. In questo senso, è essenziale che l’Unione Europea mantenga un dialogo costante e proficuo con le Regioni durante il processo di revisione della strategia UE per la Bioeconomia”.

“Solo valorizzando le esperienze maturate a livello locale – ha aggiunto Saccardi – sarà possibile rafforzare la dimensione regionale nella strategia aggiornata, rendendola più efficace e aderente ai bisogni reali dei territori. Per una Regione come la Toscana, caratterizzata da un ampio territorio rurale, produzioni di alta qualità e aree boschive strettamente integrate con l’agricoltura, la bioeconomia rappresenta un’opportunità concreta di sviluppo sostenibile e innovativo. La Toscana guarda con grande interesse a questo settore, pronta a cogliere appieno le occasioni di crescita che la bioeconomia può offrire, a beneficio delle comunità locali, dell’ambiente e dell’economia regionale e ribadisce l’importanza di aderire e partecipare attivamente alle reti europee per promuovere e difendere gli interessi della Toscana e quelli del nostro sistema regionale”.

Per il pieno sviluppo di una bieconomia circolare la dichiarazione congiunta propone i seguenti punti:

  • un quadro normativo armonizzato e condizioni di parità per i prodotti a base biologica sul mercato;
  • l’utilizzo ottimale dei sistemi informativi nazionali e regionali sulla biomassa e le pratiche di gestione sostenibile esistenti così da costruire una Bioeconomia circolare europea resiliente;
  • il coinvolgimento del settore primario (Foreste, agricoltura e allevamento forniscono preziose risorse di biomassa) nello sviluppo della futura bioeconomia circolare europea sostenendo nuovi modelli di business, la collaborazione regionale e lo sviluppo delle competenze, ma anche garantendo un sostegno stabile al reddito per i fornitori di biomassa grazie a un forte sostegno della PAC in due pilastri;
  • meccanismi di sostegno finanziario coerenti e un contesto legislativo stabile;
  • la promozione di innovazione e di nuove filiere e prodotti biologici;
  • il sostegno a iniziative come le “Valli Regionali dell’Innovazione per la Bioeconomia e i Sistemi Alimentari”, che promuovono la collaborazione tra attori pubblici e privati ​​a livello locale e promuovono collaborazioni interregionali;
  • la realizzazione di centri di competenza per la formazione dei giovani, eventi informativi rivolti al grande pubblico per sensibilizzare i cittadini e un sistema di governance partecipativa. Il coinvolgimento degli stakeholder e la comunicazione verso un pubblico più ampio saranno essenziali per far conoscere meglio i benefici della Bioeconomia agli utenti finali e alla società civile.

 

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