fattore di ammodernamento del mercato del lavoro
Giuseppe N. Vallario, cofondatore e presidente dell’associazione professionale Evaluate – “Esperti di valutazione degli apprendimenti e valutazione delle competenze” ci introduce il concetto di validazione delle competenze, un servizio reso al lavoratore per individuare, validare e certificare (di seguito IVC) le competenze che egli ha acquisito “sul campo” e non nei banchi di una scuola o di una agenzia formativa
L’IVC può essere uno strumento utile sia ai lavoratori sia alle imprese, sia al mercato del lavoro.
Al lavoratore apre un mondo: le esperienze lavorative, di volontariato o la pratica di hobby può essere ricostruito e può essere valorizzato per acquisire una qualifica professionale. Si intuisce che la molteplicità dei saperi e delle esperienze di ciascuno di noi possa essere utilizzata per diversificare e rendere più ambiziosi i nostri percorsi lavorativi.
Anche le aziende avrebbero dei vantaggi. Richieste di lavoro meno generiche, meglio affidabili di un semplice curriculum, possibilità di valorizzare le competenze del proprio personale e costruire un job system logico e strutturato per una gestione delle risorse umane più efficiente ed efficace.
Da questo può effettivamente risultare un mercato del lavoro più dinamico ed efficiente.
Qual è lo stato dell’arte dei servizi IVC?
In Toscana, una delle regioni meglio posizionate, il servizio è completamente definito ed è già stato sperimentato su gruppi specifici, in attesa che sia reso “universale”, aperto a tutti i cittadini. Sarebbe erogato presso i centri per l’impiego, ma anche nel Cpia o presso enti bilaterali. Saranno acquisibili le 360 qualifiche definite nel repertorio delle qualifiche toscano o una o più delle 1420 unità di competenza che le compongono.
La validazione delle competenze può contribuire all’emersione delle tante nuove professionalità che il mondo produttivo, in forte cambiamento, sta sollecitando?
Va detto che la validazione di competenze richiede necessariamente uno standard cui riferirsi, per validare l’esperienza di chi per anni ha curato la manutenzione di impianti elettrici si deve avere una definizione standard della unità di competenza in questione. Questo restringe i margini di manovra dei servizi IVC all’interno del perimetro dei profili definiti da un ente titolare. La risposta parrebbe essere “no”, ma:
- i repertori regionali possono essere incrementati con nuove figure e unità di competenze, l’iter in Toscana richiede mesi, non anni e può essere attivato da organismi formativi o rappresentanze datoriali e sindacali;
- il sistema IVC sta influenzando il sistema UNI e viceversa, nuovi profili lavorativi potrebbero essere definiti da UNI;
- le aziende possono definire propri standard professionali e diffonderli nel loro mondo (distretto produttivo, associazione di categoria, rete di clienti e fornitori) adottando come modello il sistema IVC.
APPROFONDIMENTI
+39 377 6872477