La regione toscana e i percorsi di istruzione e formazione
professionale, IeFP
La riforma del secondo ciclo di istruzione entrata in vigore nell’anno scolastico 2010/2011 ha istituito i Percorsi di istruzione e formazione professionale (IeFP), che pongono l’Italia al passo con gli altri Paesi europei. Affidati alla competenza delle regioni, ampliano l’offerta formativa affiancandosi ai tradizionali percorsi di istruzione quinquennale, consentendo a una più ampia platea di utenti la possibilità di esercitare appieno il diritto all’istruzione sancito dall’articolo 34 della Costituzione
Era il 1923 quando un maestro elementare, Célestine Freinet (1896-1966), introduceva nella sua classe una piccola pressa da stampa con cui gli allievi potevano rendersi protagonisti del processo educativo creandosi testi su misura. Si trattò di un gesto rivoluzionario che poneva su un piano complementare competenze tecniche e saperi teorici, e contribuiva a superare la percezione della Scuola come museo di nozioni astratte riservato a pochi eletti. La storia di Freinet ha il sapore della fiaba e sembra rimandare a un passato superato. Eppure, anche nella Scuola moderna, gli insegnamenti professionali soffrono di un pregiudizio culturale che li relega in una posizione marginale. Nonostante i numerosi interventi legislativi che hanno eliminato le sperequazioni del sistema educativo, permane il rischio dell’elitismo.
La riforma del secondo ciclo di istruzione entrata in vigore nell’anno scolastico 2010/2011 ha istituito i Percorsi di istruzione e formazione professionale (IeFP), che pongono l’Italia al passo con gli altri Paesi europei. Affidati alla competenza delle regioni, ampliano l’offerta formativa affiancandosi ai tradizionali percorsi di istruzione quinquennale, consentendo a una più ampia platea di utenti la possibilità di esercitare appieno il diritto all’istruzione sancito dall’articolo 34 della Costituzione.
Il sistema di istruzione e formazione professionale si articola in percorsi di durata triennale e quadriennale, finalizzati al conseguimento di qualifiche e diplomi professionali, riconosciuti a livello nazionale e comunitario.
Gli studenti hanno, inoltre, la possibilità di proseguire il percorso formativo e ottenere un titolo equipollente al diploma di scuola secondaria superiore e iscriversi a un corso di laurea professionalizzante. Niente a che vedere, dunque, con il modello classista delle scuole di avviamento professionale istituite da Gentile nel 1923 e abrogate nel 1962.
I loro punti di forza risiedono nella forte professionalizzazione, nello stretto rapporto con le aziende e nella possibilità di accedere alla realtà lavorativa dopo tre anni.
Oltre alle circa 1100 ore di teoria, prevedono altrettante ore di pratica laboratoriale e 800 di alternanza scuola- lavoro. L’offerta formativa è molto ampia e copre, solo per citarne alcuni, i settori della meccanica, dell’edilizia, dell’abbigliamento e della ristorazione.
Il sistema degli IeFP risponde, dunque, al fabbisogno delle aziende e alla richiesta dei più giovani di una formazione professionale efficace, che solo in parte può essere soddisfatta dai regolari Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO) attivati nei curricoli quinquennali.
Il progetto di orientamento regionale per il prossimo anno scolastico, presentato lo scorso 8 gennaio, investe notevolmente sul versante dell’istruzione e della formazione professionale, con l’obiettivo di implementare conoscenze e competenze spendibili nelle filiere strategiche del territorio.
Testimonia lo sforzo della Regione in tal senso, la scelta di Lorenzo Baglioni, cantante con un passato da docente di matematica, come volto dell’iniziativa: un giovane a servizio dei giovani. L’ambizione della giunta è di ampliare ulteriormente, in previsione del prossimo anno scolastico, l’offerta formativa tenendo conto delle esigenze dei singoli territori, in termini di richieste, fabbisogni e competenze.
I percorsi professionalizzanti hanno conseguito ottimi risultati sul piano occupazionale, favorendo al tempo stesso l’inclusività e il decremento del tasso di dispersione scolastica, passato dal 13,8% del 2016 al 10,6% del 2019. La quota dei NEET, i giovani che non studiano e non lavorano, è parimenti calata al 16.2% rispetto al 20% del 2016. Al fine di mantenere il trend positivo e contrastare gli effetti dell’emergenza sanitaria sulla frequenza scolastica, nel 2020 sono stati stanziati più di nove milioni di euro per finanziare percorsi biennali IeFP rivolti a NEET e drop-out, studenti che non hanno completato il percorso di studi.
«Ristabilendo i circuiti di vita e motivando il lavoro superiamo la scolastica per raggiungere un’altra ideale forma di attività, che arricchisce e ridona equilibrio, così da preparare alla vera cultura» scriveva Freinet.
Il modello toscano mostra l’importanza di un piano di sviluppo lungimirante che sappia riconoscere il valore dell’istruzione per il progresso economico del territorio, secondo lo spirito più nobile dell’autonomia scolastica.
Altri 3 milioni per i percorsi triennali e per i voucher formativi
APPROFONDIMENTI